La lussazione è un trauma che colpisce indirettamente il mondo dello sport. Indirettamente perché è veramente difficile che si presenti per colpa del gesto sportivo di per sé, come può esserlo la distorsione, ma solitamente avviene proprio per un trauma meccanico che si può presentare in ogni ambito della vita e quindi anche nello sport, soprattutto sport di contatto (basket, calcio, rugby, sci, ecc.) oppure dovuto a cadute accidentali.
Per lussazione si intende la perdita dei rapporti reciproci tra i capi articolari di un’articolazione.
Sono lesioni traumatiche molto meno frequenti delle fratture. Interessano generalmente l’età adulta. In ordine di frequenza troviamo lussazioni alla spalla, gomito, dita, anca e ginocchio.
Oltre all’ordine di frequenza, si distinguono in:
- Lussazioni Complete: perdita totale dei rapporti articolari;
- Sublussazioni: perdita parziali dei rapporti articolari;
- Recenti: se si sono verificate 24-36 ore prima del riscontro clinico;
- Inveterate: verificate in un periodo recente;
- Recidivanti: se si sono riprodotte anche per un nuovo evento traumatico modesto;
- Abituali: si riproducono con facilità anche senza un trauma.
Analizziamo quella che per noi runner potrebbe essere, toccando ferro, la più “gettonata”, magari a seguito di una caduta e cioè la lussazione alla spalla.
Anche in questo caso si distinguono 2 categorie di lussazioni alla spalla:
- Lussazione scapolo-omerale
- Lussazione acromion-claveare
La lussazione scapolo-omerale anteriore è quella che si presenta con più frequenza e si verifica in seguito ad una caduta sul palmo della mano o sul gomito con il braccio in abduzione ed extra rotazione (atteggiato a difesa). Si verifica una lacerazione della capsula e la fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea.
I primi sintomi che avvertiamo sono di dolore fortissimo e deficit funzionale pressoché totale. Il malcapitato in genere sostiene con la mano sana l’avambraccio controlaterale e vi è impotenza funzionale con limitazione dei movimenti sia attivi che passivi del braccio.
I segni fondamentali sono:
- la deformità «a spallina di ufficiale» dovuta alla mancanza della testa omerale sotto l’acromion e alla sporgenza dell’acromion stesso;
- presenza della testa omerale in sede anomala (anteriormente, in basso, o posteriormente);
- l’atteggiamento anormale del braccio.
La diagnosi di lussazione è generalmente clinica data l’evidenza del danno che è visibile e palpabile; in ogni caso, prima della riduzione della lussazione è sempre consigliabile effettuare indagini di tipo diagnostico quali la risonanza magnetica o la radiografia che hanno lo scopo di rilevare la presenza di complicanze come fratture o lesioni a carico di nervi o vasi sanguigni.
Il trattamento consiste nella riduzione della lussazione che deve essere praticata il più presto possibile, eventualmente in narcosi. Alla riduzione segue un trattamento conservativo mirato al potenziamento dei muscoli stabilizzatori della spalla protratto per alcuni mesi. Vi è indicazione chirurgica solo dopo il fallimento del trattamento conservativo e quando insorgono sintomi legati all’instabilità.
Dopo che la lussazione è stata ridotta, l’articolazione va immobilizzata. Si dovrà ricorrere, dopo un periodo di riposo pressoché assoluto a un trattamento riabilitativo che ha lo scopo di ripristinare sia la mobilità che le funzionalità articolari compromesse dall’evento.
Dopo la fase di riposo, si procederà mettendo in atto quelle strategie terapeutiche atte a rinforzare la muscolatura e a ripristinare la compromessa mobilità.
La tonificazione muscolare ha tra i suoi scopi quello di garantire una certa stabilità all’articolazione colpita dalla lussazione; la tonificazione è notevolmente importante dal momento che previene quella instabilità articolare cronica che è alla base delle lussazioni recidivanti.
Ivan Mangili – Massoterapista MCB
Massaggi Professionali al Tuo Domicilio. A Bergamo e Provincia.
Tel: 348-7077127
Email: ivanmangili.mcb@libero.it