In ordine crescente dopo contrattura ed elongazione (o stiramento!), vediamo di analizzare la più grave delle lesioni traumatiche dei muscoli: lo strappo muscolare.
Lo strappo muscolare è una lesione piuttosto grave che causa la rottura di alcune fibre che compongono il muscolo.
Un elevato numero di fibre muscolari lese comporta l’interruzione anatomica del muscolo. Può essere paragonato alla progressiva rottura di una corda messa in tensione da due tiranti.
Sebbene i traumi possano interessare qualsiasi muscolo del corpo, le sedi più spesso colpite sono gli arti: in particolare, negli sportivi che praticano attività aerobica sono frequenti lesioni ai muscoli della coscia (flessori, adduttori, quadricipite) e del polpaccio (tricipite surale).
Una lesione muscolare frequente nei culturisti è invece quella che coinvolge il tricipite e/o il deltoide in seguito agli esercizi di sollevamento pesi.
È causato da un eccessivo sforzo muscolare compiuto da una muscolatura non allenata o da un muscolo affaticato che ha già esaurito le riserve energetiche, portando appunto alla rottura della fibra muscolare.
Ecco i sintomi che possiamo riscontrare a seguito di uno strappo:
- Dolore acuto nella zona lesionata durante l’attività sportiva, il dolore è tanto più intenso quanto maggiore è il numero di fibre coinvolte;
- Versamento ematico che varia a seconda dell’entità e della localizzazione della lesione;
- Se il trauma è particolarmente grave il soggetto si trova nell’impossibilità di muovere la parte interessata ed il muscolo appare rigido e contratto;
- Tumefazione.
In base alla quantità di tessuto lacerato, si distinguono tre gradi di strappi:
- 1° grado: sono danneggiate solo poche fibre muscolari e il confine con la distrazione muscolare è quindi molto sfumato.
Il danno è tutto sommato modesto e viene avvertito come un leggero dolore o fastidio che si accentua durante la contrazione e l’allungamento muscolare. In caso di lesione di primo grado non si ha quindi un’importante perdita di forza o limitazione del movimento.
- 2° grado: lesione grave: la gravità del danno aumenta poiché viene coinvolto un maggior numero di fibre.
Il dolore, acuto è simile ad una fitta e viene chiaramente avvertito in seguito ad una violenta contrazione muscolare. La lesione interferisce con il gesto atletico ma talvolta consente allo sportivo di continuare la gara.
- 3° grado: lesione gravissima: l’alto numero di fibre coinvolte (almeno 3⁄4) causa una vera e propria lacerazione del ventre muscolare. Il dolore è molto forte e determina una completa impotenza funzionale tanto che se la lesione coinvolge gli arti inferiori l’atleta si accascia immediatamente al suolo. In questi casi, alla palpazione è possibile avvertire come un avvallamento (un vero e proprio scalino che testimonia l’entità della rottura).
Come possiamo trattare?
In primis usiamo il protocollo d’intervento R.I.C.E. (rimando all’articolo dello stiramento per la descrizione di tale protocollo). Inoltre lo strappo muscolare richiede almeno 20-30 giorni di riposo assoluto. Nei casi più gravi (lesione di III grado), può essere necessario l’intervento chirurgico che consiste nella sutura precoce delle fibre muscolari lesionate, seguito da immobilizzazione.
Tra le terapie fisiche la tecarterapia che consentirebbe di dimezzare i tempi di recupero grazie al trasferimento di cariche elettriche endogene agli strati muscolari più profondi.
Va invece evitata qualunque forma di calore.
Nella fase acuta, evitare di massaggiare e trattare la zona, solo successivamente la Massoterapia aiuta la ripresa e la funzionalità muscolare.
Ivan Mangili – Massoterapista MCB
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